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Mercato Bio e canali distributivi

L’attenzione alle tematiche ambientali, il rinnovato interesse ad aspetti direttamente e indirettamente relativi alla sostenibilità, l’emergere di consumatori appartenenti a nuove generazioni, comportano l’ingresso di un nuovo consumatore, molto più attento agli aspetti naturali nei prodotti che acquista e con una consapevolezza sempre maggiore che la salute sua e della sua famiglia passa anche attraverso ciò che porta ogni giorno a tavola.

Il mercato del biologico, con i suoi tassi di crescita costanti, appare certamente uno di quelli in cui maggiormente emergono questi aspetti.

Limitando l’analisi al solo mercato italiano (utilizzando i dati Nomisma per Osservatorio SANA, 2019)occorre evidenziare il fatto che, attraverso i dati di vendita, il mercato Bio è passato da 1,6 a 4,1 miliardi di Euro dal 2009 al 2018, con un aumento addirittura del 164%.

Nell’ultimo anno (il 2018 è stato l’ultimo a oggi censito) la crescita è stata del 15,1%.

Le ragioni del successo? Da sondaggio, il 51% degli intervistati ha rivendicato la propria scelta Bio motivandola “perché è sano e fa bene”; il 47% di questi ha sottolineato le maggiori garanzie in termini sia di sicurezza che di qualità; il 26% predilige i prodotti biologici per motivazioni ambientali, “perché non inquinano”.

Se nel 2012 il 53% di famiglie (13 milioni) acquistò Food and Beverage Bio almeno una volta nell’arco dell’anno, la proporzione del 2019 si è alzata all’86%, con un numero di famiglie arrivato ai 21,4 milioni.

Se la crescita è indubbia, interessante appare l’analisi dei canali distributivi che accompagna questo sviluppo, soprattutto perché ci si accorge che la domanda “dove comprano Bio gli italiani?” presenta una risposta sostanzialmente mutata nel corso degli ultimi anni.

La suddivisione da fare, in questo caso, è tra negozio specializzato e supermercato.

Nel 2009 (avvalendoci, per registrare le dinamiche, dei dati provenienti dal“Focus Bio Bank – Supermercati & Specializzati Biologico 2019”) l’incidenza sul totale vendite Bio di questi due canali presentava un rapporto di forze rappresentato per il 45% dagli specializzati (770 milioni €) e solo il 29% dai supermercati (450 milioni €). La situazione attuale registra invece un’inversione e l’incidenza sul totale delle vendite 2018 fotografa la supremazia dei supermercati con il 47% del totale vendite (1934 milioni €) contro il 21% dei canali specializzati.

La GDO è il principale canale distributivo Bio in Italia, rafforzando una tendenza comune europea. Le vendite nei supermercati 2018 hanno registrato un incremento del 21% rispetto all’anno precedente (1595 milioni), il quale a sua volta già aveva beneficiato di un aumento, rispetto a quello a sua volta precedente, del 43%.

L’accelerazione costante è dovuta alla massiccia offerta, con la crescita delle marche Bio della GDO (muovendo un gran numero di terzisti) e con la presenza di aziende, anche storiche, che realizzano prodotti e linee a questa riservate.

Complessivamente, sono presenti in Italia 26 catene con linee di alimenti biologici con una propria marca, salendo dalle 22 dell’anno prima, e incrementando dell’86% rispetto le 14 del 2014.

Tra queste, leader 2018 si è dimostrata la Coop che, con il marchio “Vivi Verde Coop”, si è confermata quella di gran lunga con il più alto numero di prodotti negli scaffali (ben 750).

Le vendite nei negozi specializzati Bio nel 2018 hanno invece registrato un calo del 2,2% rispetto all’anno precedente.

1354 è il numero di negozi totali, con un numero pressoché invariato nel corso degli anni (aumento del 0,4% dal 2014, quando ce n’erano 1348) e con un calo del 6% rispetto all’anno immediatamente precedente, in cui ce n’erano 1437.

La tendenza che emerge è quella che della chiusura di negozi con meno di 70mq e crescita di quelli oltre i 150mq.

La formula per controbattere alle politiche della GDO si dimostra sempre più l’aggregazione:1067 negozi sono aggregati (aumento del 40% dal 2014 quando ce n’erano 765; aumento del 17% dal 2017, quando ce n’erano 912). In tutto lo sono il 79% dei negozi (con formule da franchising a condivisione di programmi promozionali) e in totale esistono 10 aggregazioni di negozi, con superfici medie di 229 mq (58% oltre i 150 mq).

Tra queste il gruppo “Ki Ama Bio” è quello con il maggior numero di punti vendita (440), attraverso l’adesione a programma promozionali per valorizzare i negozi in chiave marketing; Il gruppo “EcorNatura Sì” segue a ruota, per mezzo delle sue due insegne: i 260 punti vendita “NaturaSì”, (che comprende Pdv diretti e affiliati), e i 217 “Cuorebio” (che raggruppa dettaglianti indipendenti associati). Le due insegne hanno iniziato una progressiva integrazione, con l’incentivazione, nell’ambito dello stesso gruppo, del passaggio d’insegna dalla seconda alla prima.


Redazione MAG


MAG Numero speciale, gennaio-febbraio 2020