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Il cloro provoca il cancro?

Il cloro è l’agente chimico più utilizzato per la disinfezione dell’acqua potabile da microrganismi dannosi.

La trasformazione del cloro in ipoclorito di sodio, sostanza dal grande potere disinfettante, e il suo utilizzo a questo fine, rappresentò, agli inizi del secolo scorso, una spinta al miglioramento qualitativo dell’acqua e al problema dell’approvvigionamento idrico, contribuendo a debellare malattie batteriche e virali.

La normativa (In Italia il Decreto Legislativo 31/2001) è stata posta per determinare i limiti quantitativi nella concentrazione di cloro e suoi derivati entro i livelli ritenuti di sicurezza per l’uomo, stabilendo parametri nel controllo della salubrità dell’acqua potabile. Infatti questo, presente in tutte le forme di vita e assunto da ognuno attraverso il cloruro di sodio (sale), a certe quantità si rivela dannoso e tossico per l’organismo, anche a causa di effetti indesiderati sulla normale crescita della flora batterica ed al fatto di essere un potente ossidante, in grado di distruggere le vitamine C e E.

Esiste poi un numero considerevole di studi, più o meno recenti, che non mancano di evidenziare un legame stretto con l’insorgenza del cancro, questione ampiamente dibattuta in seno alla comunità scientifica e certamente non da oggi: da sempre gli schieramenti hanno contrapposto notevoli interessi e, alla parte di chi sostiene l’esiguità dei risultati ottenuti nelle teorie “colpevoliste” è stata contestato il fatto che il cosiddetto “business del cloro” alimenti disinformazione sui risultati scientifici a vantaggio di interessi consolidati.

Elenchiamo ora per sommi capi il risultato delle ricerche pubblicate e le conclusioni cui queste sono giunte al riguardo:

– Lo studio Giapponese dell’università Shizuoka, sviluppato in collaborazione con l’Istituto Nazionale della Salute e delle Scienze, ha evidenziato come le sostanze organiche naturali reagiscono, quando esposte ai clorurati dell’acqua potabile, arrivando a formare dei composti cancerogeni. Questi sono stati denominati dai ricercatori giapponesi MX (Mutageno sconosciuto) e sono simili a composti cancerogeni già noti come i Trialometani (THM). Studio finlandesi hanno stabilito e quantificato la pericolosità dell’MX rispetto ad altri sottoprodotti della clonazione in un grado 170 volte maggiore, dimostrando le conseguenze negative sulla tiroide e la capacità nello sviluppo di massa cancerosa. Frutta e ortaggi, in sintesi, perderebbero caratteristiche anti-cancro dei nutrienti contenuti, per formare sostanze invece cancerogene (THM e MX) se associate al cloro, quando invece le sostanze benefiche potrebbero essere mantenute se gli alimenti interagissero con acqua non trattata o trattata in maniera differente.

– L’organizzazione no-profit statunitense Environmental Defense Fund, evidenziando ancora la combinazione del cloro con minerali presenti nell’acqua a formare sottoprodotti detti Trialometani, ha affermato: I trialometani nell’acqua, anche se in concentrazioni molto basse, sono la causa scatenante della maggior parte dei tumori negli Stati Uniti. È stato così affermato che il cloro è un pesticida, il cui scopo è quello di uccidere gli organismi viventi e, di conseguenza, contribuisce a distruggere cellule e tessuti all’interno del corpo di chi lo assume.

– Il tumore al seno, che colpisce una donna su otto negli Stati Uniti, è stato messo in relazione con la concentrazione di cloro nei tessuti mammari. A questo proposito, una ricerca condotta dell’Hartford Connecticut Institute ha evidenziato “elevati livelli di sottoprodotti del cloro più alti della media dal 50% al 60% rispetto a donne senza cancro al seno”.

– Lo studio del Dott. Robert Morris del Medical College of Wisconsin ha evidenziato una probabilità più alta del 21% di ammalarsi di cancro alla vescica e una del 38% di cancro all’intestino per chi consuma acqua del rubinetto disinfettata con il cloro.

– Secondo studiosi spagnoli del Centro di Ricerca per l’epidemiologia ambientale (Creal) e dell’Istituto di Ricerca dell’Ospedale del Mare di Barcellona, in una ricerca pubblicata sullo US Journal Environmental Health Perspectives, il cloro può provocare mutazioni del corredo genetico e l’insorgenza di tumori. Per giungere a queste conclusioni è stato esaminato un gruppo di nuotatori che frequentavano piscine con acqua trattata con il cloro, affermando: “La prova di effetti genotossici è stata riscontrata in 49 adulti sani dopo aver nuotato per 40 minuti in una piscina coperta clorurata”. I ricercatori, oltre ad aver riscontrato indicatori di un aumento del rischio di cancro, hanno sottolineato i potenziali effetti respiratori negativi generati dal cloro della piscina utilizzato come disinfettante.

La conclusione a cui si può giungere, nello spirito, è ben sintetizzata nelle affermazioni del co-direttore del Creal a supporto dello studio appena citato. Sottolineando la necessità di un diverso grado di utilizzo delle sostanze disinfettanti per scongiurare gli effetti tossici, ha affermato: “In nessun caso vogliamo dissuadere dal di nuotare, ma incoraggiare la riduzione delle sostanze chimiche nelle piscine”.

Un invito al non abuso, da cogliere nello spirito in generale, all’insegna del buonsenso e della tutela della salute.


Redazione MAG


MAG nr.3, maggio-giugno 2019